Qualche appunto sul referendum
Sono figlio di un lavoratore e di una casalinga. Con un solo stipendio, i miei genitori hanno cresciuto me e mio fratello affrontando sacrifici che, oggi da adulto, comprendo molto meglio. Hanno comprato una casa a Ostia e poi, vendendola, ne hanno costruita un’altra a Isola Sacra, pensando al nostro futuro. Niente eccessi, ma amore, umanità, valori e buon cibo non sono mai mancati.
Una vita fatta anche di rinunce, ma vissuta con la certezza di poter contare su uno stipendio stabile, su un tetto – grande o piccolo che fosse – e su quella capacità tutta italiana di fare in casa meglio che al negozio. Crescere in quel contesto ci ha fatto sentire fortunati, non vulnerabili.
La mia generazione, invece, è cresciuta in un contesto diverso. Siamo entrati nel mondo del lavoro nell’epoca della “flessibilità”, imparando presto a convivere con la precarietà. Siamo quelli dei Co.Co.Co, dei contratti a progetto, dei tirocini non retribuiti. Io stesso ho iniziato così. Siamo il frutto di un pensiero dominante che per trent’anni ha attraversato tutto l’arco politico, compreso il nostro. L’idea che per competere fosse necessario ridurre tutele, aumentare la flessibilità e marcare la distanza tra datori e lavoratori. Ma oggi possiamo davvero dire che quegli obiettivi siano stati raggiunti?
Per questo il referendum sul lavoro ha avuto per me un significato personale e profondo. Ringrazio la CGIL per averlo promosso. Il lavoro non è solo reddito: è dignità, cittadinanza, possibilità, speranza. È futuro. E se non siamo noi a porci queste domande, chi lo farà?
Siamo noi. Quelli che hanno vissuto la fatica di essere “sognati”. E che non vogliono restare prigionieri dei destini individuali. I 15 milioni che hanno partecipato lo dimostrano: siamo tanti, tantissimi.
E se davvero, come dice Renzi, il “centro” è necessario per vincere, allora quel centro deve ripensare il modello. Altrimenti, il cambiamento resterà uno slogan. (La Spagna non è lontana)
Non mi interessa parlare di vincitori e vinti. Senza quorum, la sconfitta è evidente. Ma votare è e resta un atto di libertà. Lo era a 18 anni, lo è ogni volta che pretendiamo un futuro migliore.
Read MoreSicurezza stradale a Roma: un’emergenza ignorata per finanziare il Ponte sullo Stretto
Roma è la città italiana dove si muore di più attraversando la strada. Nel 2023, ben 55 pedoni sono stati uccisi nella Capitale, con un aumento del 25% rispetto all’anno precedente. I primi mesi del 2025 non lasciano ben sperare: dodici persone hanno già perso la vita, nove delle quali mentre attraversavano regolarmente sulle strisce pedonali.
È una tragedia continua che colpisce soprattutto gli anziani, i bambini, le persone con disabilità. Eppure, di fronte a questo scenario drammatico, il Governo ha deciso di tagliare oltre un miliardo e settecento milioni di euro destinati alla sicurezza stradale per finanziare il Ponte sullo Stretto. Solo nella Città Metropolitana di Roma, il definanziamento supera i tredici milioni di euro. Si tratta di risorse fondamentali che sarebbero servite per mettere in sicurezza attraversamenti, rifare marciapiedi, illuminare meglio le strade, migliorare la vivibilità urbana e salvare vite.
Quella che viene presentata come una scelta tecnica è in realtà una decisione politica precisa: togliere ai territori e alle comunità locali per investire in un’opera che ha un forte valore simbolico ma ben poca ricaduta concreta sulla mobilità delle persone. È una visione miope, che sacrifica il quotidiano in nome della propaganda.
La sicurezza stradale non è un lusso, non è un dettaglio e non può essere considerata secondaria rispetto a progetti di grande impatto mediatico. È un diritto. È responsabilità delle istituzioni garantire che chi si muove in città – a piedi, in bici, con i mezzi – possa farlo in sicurezza. Continuare a ignorare questa emergenza significa accettare che altre vite andranno perse, in silenzio, sulle nostre strade.
Read More“Un treno per il Giubileo”: i disegni dei bambini decorano la Metro A
Un viaggio quotidiano reso più bello grazie alla fantasia dei più piccoli
È stata una grande emozione premiare le bambine e i bambini che hanno partecipato all’iniziativa “Un treno per il Giubileo”, promossa da Atac con il sostegno dell’Amministrazione.
Un progetto semplice, ma potente: coinvolgere le scuole in un concorso di disegno per trasformare uno dei treni della Metro A in un veicolo di creatività e speranza.
Sono arrivati 340 disegni, pieni di colore, immaginazione, voglia di futuro. Un dono collettivo alla città, che oggi viaggia ogni giorno sotto terra, tra le stazioni di Roma, accompagnato dallo sguardo dei più piccoli.
Il treno decorato è già in servizio da giorni e sta regalando ai passeggeri un’esperienza diversa: più umana, più calda, più vicina.
Un ringraziamento sincero va ad Atac, che ha creduto in questo progetto e lo ha realizzato con cura e sensibilità.
Per noi adulti, la metropolitana è spesso solo un mezzo. Ma grazie a iniziative come questa può diventare anche un simbolo: di ascolto, di comunità, di futuro.
Un mezzo per tornare ad amare il trasporto pubblico, per viverlo come parte di una città che cresce e si prende cura.
Durante l’incontro con i bambini, i loro sguardi curiosi, le domande spontanee, i sorrisi sinceri ci hanno ricordato il perché di tutto questo.
È proprio lì, in quei momenti, che si ritrova il senso più autentico del nostro lavoro quotidiano.
Ostia Antica: Città dei 15 Minuti, Viabilità e Non Solo
Prosegue il percorso di ascolto e co-progettazione con cittadine e cittadini
Il lavoro su Ostia Antica continua. Insieme al X Municipio, stiamo costruendo un percorso di confronto e partecipazione per rendere questo territorio sempre più vivibile, accessibile, vicino alle esigenze di chi lo abita.
Parcheggi e mobilità sostenibile
All’interno della strategia della Città dei 15 minuti, diventa realtà un intervento molto atteso: il nuovo parcheggio in via Capo Due Rami, richiesto direttamente dai residenti.
Un’opera fondamentale per migliorare l’accessibilità al centro storico e rafforzare il collegamento con il parco d’affaccio sul Tevere, recentemente inaugurato.
Svincolo su via Carlo Casini
Per ridurre il traffico pesante nel cuore di Ostia Antica e tutelare il borgo e l’area archeologica, è in fase di progettazione un nuovo svincolo su via Casini, a cura del X Municipio.
Un intervento che renderà la circolazione più fluida verso l’Ostiense, con vantaggi concreti per la sicurezza e la qualità della vita dei residenti.
Collaborazione con Risorse per Roma
Sono attivi i tavoli di lavoro con Risorse per Roma per definire interventi sul riordino della viabilità in tutto il quadrante.
Un passaggio decisivo per migliorare i collegamenti con il resto della città e valorizzare le bellezze storiche e paesaggistiche di Ostia Antica.
A breve, insieme al X Municipio, condivideremo ulteriori aggiornamenti su interventi attesi di rigenerazione urbana e sicurezza stradale.
Il percorso è aperto, concreto, partecipato. E continua.
Basta femminicidi, serve un cambiamento culturale
Martina Carbonaro aveva 14 anni. Fernanda Di Nuzzo ne aveva 61.
Due donne, due generazioni diverse, due vite spezzate dalla violenza di uomini che dicevano di amarle.
Davanti a tragedie come queste, non servono più editoriali o servizi in TV per capire quanto è grave l’emergenza che stiamo vivendo nei rapporti affettivi.
Serve una risposta chiara, concreta, immediata: educare all’affettività, fin da piccoli.
La violenza non ha età, non ha classe sociale, non ha confini geografici. È ovunque. E ha un nome preciso: patriarcato.
Non bastano più le condanne pubbliche, le promesse di inasprire le pene. È necessario un cambiamento culturale profondo.
Dobbiamo insegnare, ogni giorno, che l’amore non è possesso. Che un “no” si accetta. Si rispetta.
E che anche controllare il telefono, fare pressioni, umiliare, fare battute sessiste è già violenza. È controllo. È cultura del dominio.
Mi vergogno profondamente per le parole di un Ministro della Repubblica che, davanti a questa emergenza, ha suggerito alle donne di rifugiarsi in chiesa o in farmacia.
Non sono le donne a dover cercare un posto sicuro. Siamo noi uomini – e mi rivolgo prima di tutto a noi – a dover cambiare.
Facciamo in modo che la violenza, soprattutto quella quotidiana, silenziosa, venga riconosciuta e fermata.
E che nessuna donna debba sentirsi in pericolo solo per aver amato, lasciato o detto “no”.
Un altro passo verso una Roma più verde
Il 27 maggio abbiamo fatto un passo importante per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo e rendere il nostro territorio più sano e vivibile.
Insieme al Sindaco Roberto Gualtieri, all’Assessora Sabrina Alfonsi, al Vicesindaco della Città Metropolitana Pierluigi Sanna, al Delegato all’Ambiente Rocco Ferraro e alla Vicepresidente del Municipio X Valentina Prodon, abbiamo inaugurato un nuovo intervento di forestazione urbana nelle zone di Axa Malafede e Ostia Acque Rosse, promosso da Roma Capitale con le risorse del PNRR.
Si tratta di un progetto ambizioso e concreto, che si inserisce nel piano europeo per la neutralità climatica entro il 2030: piantare alberi per contrastare il cambiamento climatico, ridurre l’inquinamento atmosferico e restituire biodiversità ai nostri quartieri.
Lo ripeto spesso, ma non è solo uno slogan: piantare l’albero giusto nel posto giusto è una scelta strategica. È un investimento nella salute pubblica, nella vivibilità, nel futuro. E lo è soprattutto per territori come il nostro, dove il verde urbano è una necessità, non un lusso.
Come Municipio, abbiamo scelto di sfruttare al massimo le opportunità offerte dal PNRR, lavorando fianco a fianco con Roma Capitale e Città Metropolitana. Perché tutelare l’ambiente significa tutelare la salute. E questo lo dobbiamo a noi, ma prima di tutto ai nostri figli e alle generazioni che verranno.
Un grande grazie a tutte e tutti coloro che stanno portando avanti questo progetto con passione e professionalità.
Il verde è un diritto. Continuiamo a prendercene cura.
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