L’impegno politico per la mia città e per le persone che ci abitano è una parte importante della mia vita, fin da quando ero ragazzino a scuola, poi con la Sinistra Giovanile, i DS, il PD.
La politica (però) per me non è mai stata vita di partito e basta, ma vita di strada, incontri nei quartieri, dialogo con le persone, tentativo di trovare soluzioni, di immaginare e costruire futuro.
Ho avuto la fortuna di stringere rapporti umani, professionali e politici con tante realtà territoriali, sociali e culturali. Ho lavorato nelle scuole, per lo sport, per i beni pubblici comuni, contro la criminalità, a partire proprio da Ostia, da casa mia. Ho attraversato Roma a piedi e in autobus, di giorno e di notte. Ho incontrato felicità, meraviglia, rabbia, povertà, generosità, speranza.
Negli ultimi anni, poi, come consigliere capitolino ho lavorato concretamente a proposte e atti mirati a rendere la vita in questa città un po’ più semplice e un po’ più giusta (qui alcune cose che ho fatto).
Oggi Roma è in difficoltà, come tutta l’Italia e tutto il mondo al tempo del Covid-19.
La sfida per tutti è non solo dimostrarci responsabili anche in un momento duro, ma pensare a come sarà la città quando avremo superato la pandemia e potremo tornare a respirare la stessa aria.
Certo questi anni con un governo capitolino senza visione e capacità di affrontare e risolvere davvero le questioni, quelle strategiche come quelle ordinarie, hanno reso ancora più pesante l’impatto del virus, che ha sconquassato un tessuto sociale, economico e culturale abbandonato a se stesso, nella desolazione di una totale inefficienza di ogni servizio, dai rifiuti alla mobilità, dal sociale allo sviluppo economico.
Ma sotto tutto questo, nascoste dall’incapacità manifesta del governo cittadino e dall’immagine negativa che proietta sulla città e su tutti noi, ci sono una vitalità, una capacità di resistenza, una solidarietà, una forza di comunità, una voglia di tornare a correre che rendono concreta la speranza.
È a loro che penso quando dico Annamo!, corriamo insieme.
È con queste energie, con queste persone, che voglio stare al passo, che la politica deve stare al passo. Al passo di quella Roma che continua a creare, a condividere, a voler crescere.
Non una Roma da cartolina, non i soliti totem, ma ogni quartiere, ogni comunità, ogni spazio dove scorre la nostra vita.
Al centro di tutto, di una capitale enorme per ampiezza geografica e per ambizioni, ci sono proprio i quartieri. Quei 198 quartieri che abbiamo riscoperto anche in questi ultimi mesi, in strade e piazze in cui abbiamo trascorso più tempo, stringendo ancor più le relazioni di prossimità.
Voglio allora nelle prossime settimane e nei prossimi mesi lavorare su un’idea: un modello di co-governo dei quartieri condiviso tra amministrazione, nelle sue diverse forme, comprese le partecipate, e privato, inteso come cittadini organizzati.
Un sistema di co-governo che possa portare ciascuna delle numerosissime piccole città che Roma contiene – e ciascuno di noi sa che la prima appartenenza è al quartiere in cui si è cresciuti o in cui si vive – a poter realizzare progetti di sviluppo sociale e sostenibile.
Penso a centri di socialità, di co-working, di dinamismo culturale.
Penso alla gestione delegata di piccole opere di manutenzione e di servizi, come quelli di pulizia delle strade.
Penso a una rete di volontariato e solidarietà che dia riconoscimento e organizzazione a quella mobilitazione spontanea che abbiamo visto durante il lockdown.
Penso a filiere di economia circolare, di micro-sharing.
Penso alla progettazione di percorsi di mobilità integrata, molto ciclopedonale, all’interno di ogni quartiere, anche per facilitare il collegamento ai nodi della rete capitolina.
Penso al rilancio e all’animazione ludico-sportiva di spazi verdi.
Penso a reti commerciali che partecipano, in modo giuridicamente definito, alla cura del territorio.
Penso a forme di detraibilità fiscale per cittadini, associazioni, commercianti, imprese che si attivano, e so che sono tanti pronti a farlo.
Penso in questo modo a quartieri dove ogni persona e ogni famiglia possano realizzare la maggioranza delle proprie esigenze di vita, privata, di lavoro e sociale, ognuno con una giusta dose di benessere.
Il mio impegno non si è mai fermato, e oggi coprogettare una idea di Roma post-Covid è il contributo che come Consigliere voglio provare a dare per stare al passo della città dove sono nato, un contributo che parte dal piccolo, ma che punta a un cambiamento più grande che sintetizzo in due concetti: sostenibilità e crescita sociale, che come detto dal Presidente Sergio Mattarella significa economia, giustizia e istruzione.
In questo credo che le comunità locali abbiano una funzione decisiva, e mi impegno a lavorare sul miglioramento delle condizioni di vita in ogni quartiere, in quegli spazi dove ogni giorno si manifestano una vitalità, una capacità di resistenza, una solidarietà, una forza di comunità, una voglia di tornare a correre che rendono concreta la speranza per il futuro di Roma.
È con queste energie, con queste persone, che voglio stare al passo, che la politica deve stare al passo. Al passo di quella Roma che continua a creare, a condividere, a voler crescere.
Se hai voglia di discuterne o dirmi la tua, fatti chiamare.