PSICOLOGO DI BASE: un’occasione mancata
Il nuovo Piano Nazionale Salute Mentale doveva essere una svolta. Invece è un piano debole, che tradisce un lavoro importante e condiviso costruito in questi anni.
Il Governo ha scelto di ignorare un percorso trasversale, condiviso da quasi tutte le forze politiche: la proposta di legge sullo psicologo delle cure primarie. Un testo già depositato, frutto di anni di confronto tra territori, professionisti, esperti, parlamentari. Un modello concreto, già attivo in diverse Regioni.
Nel Piano quella visione non c’è. Al suo posto troviamo una figura vaga, tecnocratica, chiamata “psicologo di primo livello”, chiusa nei Dipartimenti di Salute Mentale. Si torna a una logica vecchia: quella ospedalocentrica, che si occupa solo del disagio grave, e lascia fuori tutto il resto.
La domanda di sostegno psicologico è ormai strutturale. Serve nei consultori, nei medici di famiglia, nelle Case della Comunità. Serve una psicologia pubblica, diffusa, capace di prevenire e intercettare il disagio prima che diventi emergenza. Tutto questo il Piano lo ignora.
Oggi ci sono due proposte da sostenere. La proposta di legge parlamentare, di iniziativa popolare “Diritto a stare bene”, punta a raccogliere 50.000 firme per istituire lo psicologo delle cure primarie: gratuito, accessibile, vicino alle persone. E la proposta di legge per istituire un servizio di assistenza psicologica primaria nella Regione Lazio a prima firma Sara Battisti.
La salute mentale non può essere un lusso. È un diritto. Il Governo ha scelto di non ascoltare. Noi no. Andiamo avanti.
Serve una legge. Serve adesso.
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