Premio sportivo “Figura dell’arbitro” in Campidoglio
Sono arbitro da oltre vent’anni.
Una scelta che ti segna, che ti educa, che ti cambia.
È una palestra di carattere, una scuola di vita, una vera e propria vocazione.
Per questo ieri, 24 giugno, in Campidoglio è stato un giorno speciale.
Per la prima volta, abbiamo voluto celebrare la figura dell’arbitro nel cuore istituzionale della nostra città.
Lo abbiamo fatto con forza, convinzione e cuore, alla presenza del Sindaco Roberto Gualtieri, del Presidente dell’AIA Antonio Zappi, delle istituzioni, delle autorità sportive e di tanti colleghi e amici.
Un momento sentito, condiviso, necessario.
Perché l’arbitro è colui che, mentre tutti guardano il pallone, pensa alle regole.
È chi sceglie la discrezione invece del protagonismo.
È chi garantisce giustizia ed equilibrio, anche quando sarebbe più comodo voltarsi dall’altra parte.
E proprio per questo, troppo spesso, diventa il bersaglio dell’ignoranza e della violenza.
Lo abbiamo visto anche di recente. E non possiamo accettarlo.
Il premio “Figura dell’arbitro” nasce da qui: dalla volontà di restituire dignità a una figura centrale nello sport, ma troppo spesso dimenticata.
Un riconoscimento che parte dal calcio, dal futsal, dal beach soccer, e che dal prossimo anno vogliamo estendere a tutte le discipline sportive.
E non sarà un episodio isolato.
Abbiamo votato per rendere questa celebrazione un appuntamento fisso, perché una città che onora chi serve è una città che cresce.
In coscienza, in umanità, in futuro.
Per me non è stato un evento come gli altri.
È stato un momento personale, profondo.
Un grazie sincero a chi, ogni settimana, indossa quella divisa con sacrificio, coraggio, passione.
Perché senza arbitri non c’è sport.
E senza regole, non c’è civiltà.
Viva gli arbitri. Viva lo sport. Viva Roma.
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