Sicurezza stradale a Roma: un’emergenza ignorata per finanziare il Ponte sullo Stretto
Roma è la città italiana dove si muore di più attraversando la strada. Nel 2023, ben 55 pedoni sono stati uccisi nella Capitale, con un aumento del 25% rispetto all’anno precedente. I primi mesi del 2025 non lasciano ben sperare: dodici persone hanno già perso la vita, nove delle quali mentre attraversavano regolarmente sulle strisce pedonali.
È una tragedia continua che colpisce soprattutto gli anziani, i bambini, le persone con disabilità. Eppure, di fronte a questo scenario drammatico, il Governo ha deciso di tagliare oltre un miliardo e settecento milioni di euro destinati alla sicurezza stradale per finanziare il Ponte sullo Stretto. Solo nella Città Metropolitana di Roma, il definanziamento supera i tredici milioni di euro. Si tratta di risorse fondamentali che sarebbero servite per mettere in sicurezza attraversamenti, rifare marciapiedi, illuminare meglio le strade, migliorare la vivibilità urbana e salvare vite.
Quella che viene presentata come una scelta tecnica è in realtà una decisione politica precisa: togliere ai territori e alle comunità locali per investire in un’opera che ha un forte valore simbolico ma ben poca ricaduta concreta sulla mobilità delle persone. È una visione miope, che sacrifica il quotidiano in nome della propaganda.
La sicurezza stradale non è un lusso, non è un dettaglio e non può essere considerata secondaria rispetto a progetti di grande impatto mediatico. È un diritto. È responsabilità delle istituzioni garantire che chi si muove in città – a piedi, in bici, con i mezzi – possa farlo in sicurezza. Continuare a ignorare questa emergenza significa accettare che altre vite andranno perse, in silenzio, sulle nostre strade.
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