Pasquale e le case popolari di Villaggio San Francesco
“Mi sono trovato i figli grandi e non me ne sono accorto”.
Seduto nella sua vecchia casa al Villaggio San Francesco (Acilia), circondato da pesanti mobili in legno scuro, Pasquale Di Roma si lascia andare a un velo di malinconia. “Quello che mi sono goduto più di tutti è il maschio, l’ultimo arrivato, che oggi ha 35 anni, perché l’ho seguito quando giocava a pallone; le due femmine, invece, le ho viste cresciute senza sapere come fosse successo”. Parla lentamente, cercando con cura le parole che gli consentono di srotolare il filo dei ricordi, sempre più indietro nel tempo. Pezzo dopo pezzo, ricostruisce le tappe principali di una vita fatta di lotta e di lavoro, in perfetta aderenza alla vecchia esortazione comunista. “Ho fatto tanti lavori diversi: il rappresentante, l’autista, l’escavatorista”. Nel 1970, poi, l’approdo in ATAC, dove è rimasto fino al momento fatidico della pensione, nel 2000. 30 anni di lavoro alla guida degli autobus ma anche 30 anni di battaglie per i diritti dei lavoratori. Per Pasquale, infatti, l’ingresso nell’azienda di trasporto pubblico ha rappresentato l’inizio dell’impegno sindacale. “Nel 1972 fui eletto delegato della FILT trasporti con 500 voti”.
Quell’elezione fu il naturale sbocco di un interesse già acceso per la politica, rimasto intatto ancora oggi. “Negli anni ’70 partecipai alle manifestazioni contro Ciccio Franco a Reggio Calabria e, anni dopo, a quelle contro Berlusconi a Milano”. Una voglia di partecipare che non si è spenta neanche con la pensione e, di volta in volta, si è incanalata in percorsi diversi. “Ho avuto per molti anni un negozio di tabacchi e giornali e ho fatto parte del sindacato edicolanti, poi mio figlio ha aperto un distributore di benzina e io sono entrato nella Confesercenti benzinai”. L’ultimo tassello di questa catena è il Comitato di Quartiere di Villaggio San Francesco, di cui Pasquale è Presidente dal 2017, eletto con il 60% dei voti. Un incarico arrivato quasi per caso e frutto di un carattere estremamente disponibile e di un’ampia rete di amicizie e conoscenze, tessuta in anni di vita nel quartiere. “Io vivo qui da più di 70 anni; la mia famiglia si trasferì ad Acilia nel 1945, quando io avevo due anni, e a San Francesco nel 1950”. All’epoca, le palazzine popolari che compongono il villaggio erano ancora in costruzione. Oggi, invece, sono al centro di un’annosa vertenza con il Comune di Roma, in cui il Comitato combatte in prima linea. Un braccio di ferro che ha radici proprio in quei lontani anni ’50. In origine, infatti, le palazzine furono edificate dal Comitato Romano Villaggio San Francesco, sulla base di una convenzione stipulata con l’amministrazione comunale, che mise a disposizione il terreno. L’obiettivo era quello di dare un tetto a decine di famiglie bisognose, uscite provate dalla Seconda guerra mondiale. I soldi necessari arrivarono in parte dal Vicariato e in parte da un gruppo di investitori, tra cui il Banco Santo Spirito e il Banco di Roma. Una volta completati i lavori, la proprietà degli immobili e la responsabilità della loro gestione passarono al Comune. Il risultato furono decenni di abbandono e disinteresse.
I problemi veri, però, sono iniziati una quindicina di anni fa, quando l’amministrazione capitolina si è svegliata dal torpore e ha messo mano alle carte del Villaggio, qualificando gli alloggi come ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) e inserendoli nel proprio patrimonio. Il risultato? Alle famiglie assegnatarie è stato proposto di acquistare l’immobile a prezzo di mercato, magari accendendo un mutuo. L’alternativa sarebbe lo sfratto. “Ma qui c’è gente in difficoltà”, sottolinea con forza Pasquale, “famiglie che pagano 8 euro di affitto; chi glielo dà il mutuo?”. Quello che i cittadini e il Comitato di Quartiere contestano è proprio la qualifica delle case come ERP. “Non possono essere considerate tali perché sono frutto di una donazione”, spiega ancora Pasquale. Quello che sembra un cavillo, in realtà, è un passaggio essenziale, perché consentirebbe agli inquilini di ottenere le case a riscatto, quindi con uno sforzo economico molto minore. È su questa linea che si batte il Comitato di Quartiere, ad oggi purtroppo senza riuscire a sbloccare la situazione..
Il racconto di Pasquale fa parte del progetto “Al passo con Roma – Storie di persone che fanno la città”, con cui ho deciso di dare spazio a esperienze e realtà significative. Ho conosciuto Pasquale durante la mia esperienza come consigliere municipale e grazie a lui ho scoperto una comunità molto bella, fatta di persone semplici, che tengono molto al loro quartiere.
Lascia un commento