La riqualificazione zoppa della Stazione Tiburtina
Stamattina si è svolta la commissione trasparenza, richiesta da me dopo aver tentato invano di ottenere risposte per ben sei mesi.
Presso la Stazione di Tiburtina i lavori di riqualificazione sono in corso, ma il progettista ha dimenticato di prevedere i servizi igienici. 300 autisti e verificatori che stazionano nel piazzale, ma chiaramente anche gli utenti stessi, rischiano quindi di ritroverarsi un capolinea inadeguato alle loro esigenze.
Ma non è l’unico difetto di questo intervento, per il quale mi sono ritrovato a chiedere più volte correttivi urgenti.
Il problema di fondo è che si tratta di un progetto portato avanti senza prendere in considerazione le istanze dei cittadini, che avevano già elaborato una loro proposta di riqualificazione, dal marcato carattere “green”, e presentato una delibera di iniziativa popolare, accompagnata da circa 8mila firme, poi bocciata in Consiglio comunale. Chiedevano spazi pedonali e verdi e aree ciclabili, si sono ritrovati con quella che definiscono “una distesa di bitume” e “uno scempio”. Un muro di cemento che ha comportato l’abbattimento di tutti gli alberi presenti.
Non è così che si rigenera Roma, con un approccio approssimativo rispetto alle trasformazioni urbanistiche, senza sensibilità e senza partecipazione. I cittadini devono essere coinvolti e ascoltati perché i processi migliori partono sempre dal basso. Perché è chi vive un territorio che ne conosce le esigenze e può fornire un punto di vista unico e reale.
All’amministrazione, poi, spetta armonizzare queste richieste con una complessiva idea di sviluppo della città.
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