3165 disabili gravissimi senza assegni e contributi di cura
L’immobilismo della giunta Raggi.
TREMILACENTOSESSANTACINQUE (E lo voglio scrivere per intero), sono le persone con disabilità gravissima, che attendono ancora che il Campidoglio si decida ad erogare assegni e contributi di cura per il 2021.
Persone che ne hanno assolutamente tutto il Diritto, perché in possesso dei requisiti per i sostegni regionali disponibili da un anno.
C’è infatti stato l’accordo sindacale con l’assessorato delle politiche sociali della Regione Lazio per garantire un’erogazione con continuità dei contributi, evitare l’eccessiva burocratizzazione nel trattamento delle persone con disabilità gravissime e assicurare una maggiore equità nell’erogazione del servizio.
Cosa è successo? Risorse e benefici tanto attesi, non erogati unicamente per l’immotivato immobilismo della giunta Raggi.
Ho subito predisposto una interrogazione urgente sui motivi di tanto ritardo che penalizza, ancora una volta, chi attende da troppo tempo un segnale di vicinanza da parte delle Istituzioni.
Basta ritardi, la Sindaca e l’Assessore eroghino il dovuto senza recare ulteriori disagi.
Calendarizzata la delibera sulla Food Policy
A brevissimo la votazione in Assemblea capitolina.
Sono mesi che tentiamo che la proposta di delibera sulla Food Policy, venga portata all’ordine dei lavori dell’Assemblea Capitolina.
La scorsa settimana, dopo innumerevoli solleciti e dopo una iniziativa delle associazioni che hanno promosso la Food Policy, ho scritto formalmente al Presidente della commissione Ambiente Daniele Diaco e al Presidente dell’assemblea capitolina De Vito di condividere le ragioni di questi continui rinvii e di sollecitare la calendarizzazione e la proposta è stata finalmente calendarizzata!
Per chi non lo sapesse, è un atto di grande rilevanza, perché consiste in una strategia organica per Roma Capitale (il comune agricolo più grande d’Italia, circa 58.000 ettari su 124.000 totali) di dotarsi di una politica del cibo capace di tenere insieme le realtà associative, i produttori, i distributori e i consumatori dell’area metropolitana, di promuovere la trasparenza delle filiere e l’accesso alla terra e di utilizzare la leva degli appalti pubblici nel campo della ristorazione collettiva per valorizzare i produttori locali, dando nuovo respiro all’economia agricola.
Confido adesso che riusciremo a dotare Roma di una politica del cibo.
Featured Dopo di Noi
La giunta Raggi ha restituito i fondi regionali sul “Dopo di noi” perché senza progetti.
Dopo di Noi, che per chi non lo sapesse è il termine col quale i genitori di persone con disabilità indicano il periodo che seguirà alla loro dipartita: si chiedono, in pratica, cosa sarà del nostro congiunto disabile dopo di noi, ovvero quando noi ci saremo più ad assisterlo? Chi se ne prenderà cura in modo adeguato?
Queste famiglie hanno cercato risposte dalla politica per tanto tempo e trovo davvero inaccettabile che il Campidoglio non abbia pensato ad una progettazione concreta, arrivando addirittura alla restituzione dei fondi.
L’unica nota positiva è stata l’iniziativa dell’Assessora Alessandra Troncarelli, che ha utilizzato una parte di quelle risorse per dei lavori di ristrutturazione attraverso un accordo con ASP Asilo Savoia (spazio per l’autonomia delle persone disabili), che tramite l`espletamento di gare di appalto, ha dato avvio alla riqualificazione di tutti gli immobili.
Chi mi segue, sa che questo è un tema che mi sta particolarmente a cuore. Ho dedicato e continuo a farlo, gran parte della mia professionalità e del mio impegno alla realizzazione di percorsi di autonomia per le persone con disabilità.
La libertà, la dignità sociale, come sancite dall’art 3 della Costituzione non possono rimare nozioni astratte. Che amarezza.
Antifascisti sempre.
Consegnate le duemila firme che ho autenticato personalmente durante queste ultime settimane di raccolta per la proposta di legge di iniziativa popolare presentata da Maurizio Verona, Sindaco del Comune Di Stazzema, contro la propaganda fascista e nazista.
Apprendo con gioia che in tutta Italia sono state raccolte oltre 100mila firme, esattamente il doppio del numero necessario (50mila)!
Per me è stato un impegno importante, perché l’antifascismo tuttora trova la ragione di esistere nel dibattito pubblico, nelle disuguaglianze, nei luoghi delle fragilità dove ritorna come strumento di inganno, rabbia e violenza.
Citando Primo Levi: “Il fascismo è ovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità di esprimere ed attuare la sua volontà.”
Una proposta di legge che viene dal basso, contro di esso, distrugge esattamente questo.
Lo sgombero di CasaPound
La battaglia continua.
Tra i primi atti che ho voluto portare all’attenzione dell’Amministrazione, Il 29 gennaio 2019, ho presentato come primo firmatario una mozione che impegnava la Sindaca a liberare lo stabile occupato da Casa Pound in via Napoleone III, all’Esquilino. Il palazzo doveva essere sgomberato prima di tutto perché luogo di odio, discrimine, fascismo.
Inoltre, la mia volontà era di restituirlo alla città attraverso un percorso partecipativo, in cui la destinazione d’uso di quegli spazi sarebbe stata decisa insieme ai cittadini.
I dirigenti nazionali di CasaPound, avevano annunciato una querela nei confronti miei e del PD, perché avevamo menzionato anche un danno erariale. Oltre agli insulti e alle minacce che ho puntualmente denunciato agli organi competenti, non ho ricevuto nulla, perché non solo non c’era nessun motivo per lasciare un manipolo di fascisti occupare un edificio di pregio al centro di Roma (che basterebbe come motivo) dove invece, potremmo ospitare tantissime iniziative e tantissimi servizi importanti per la città, ma lasciarli lì ha prodotto un danno erariale notevole certificato dalla Guardia di Finanza.
Ad oggi, non siamo riusciti ad ottenere lo sgombero e a restituire l’edificio alla città.
Come antifascista, come cittadino ed amministratore di Roma che ha fortemente voluto questa battaglia, posso essere soddisfatto per i piccoli passi in avanti, ma rimango amareggiato per non aver visto ancora liberare quell’edificio.
Una Food Policy per Roma
La proposta di una Food Policy per Roma nasce dalla volontà di mettere a sistema l’operato di persone e realtà attive in diversi ambiti, dal mondo della ricerca universitaria a quello dell’attivismo ambientale. Soggetti che, in questi anni, hanno realizzato studi, ricerche e attività di sensibilizzazione intorno al tema dell’agricoltura e del cibo. Le analisi si sono concentrate sull’agricoltura urbana, la multifunzionalità, le filiere corte, il rapporto tra produzione e consumo alimentare1. Argomenti che suscitano oggi una crescente attenzione in ambito accademico e istituzionale, ma soprattutto tra la società civile (di recente anche attraverso le manifestazioni giovanili del movimento Fridays for Future), il settore privato e i consumatori.
Questo documento vuol essere una sintesi dei molti percorsi avviati in questi anni: dal lavoro della Rete dei ricercatori sull’agricoltura urbana e periurbana alle attività svolte nell’ambito del progetto europeo Eating City2, dalle inchieste e mappature svolte da ricercatori indipendenti e soggetti del mondo associativo fino alle attività della Rete Italiana Politiche Locali del Cibo. L’obiettivo è offrire ai decisori politici una fotografia del sistema agroalimentare romano, con le sue potenzialità e criticità, nonché alcuni spunti per impostare il lavoro di organizzazione della Food Policy per la capitale.
Piccole, grandi cose, pilastri del cambiamento.
Oggi passeggiando per Ostia mi sono imbattuto in questo semplice cartello. Penserete, cosa c’è di tanto speciale?
La modifica dell’orario dello 05/ (linea che ho utilizzato per 20 anni) è stata una mia piccola grande battaglia, portata avanti insieme a Leonardo Di Matteo, dopo aver ascoltato decine di lavoratori che con l’orario precedente non riuscivano a prendere la coincidenza con la Roma-Lido e tardavano quindi al lavoro.
Non cambierà il mondo, ma sapere che qualcuno potrà scendere dall’autobus senza inseguire la coincidenza, senza dover giustificare il ritardo al lavoro, rischiando di perderlo, mi rende felice.
Da amministratore ho imparato che le piccole grandi cose messe a sistema sono uno dei pilastri del cambiamento. La fermata in foto è quella che mi portava al Liceo Scientifico Federigo Enriques, tempi di megafoni e kefiah. Stessi sogni, strade diverse!
Il sentiero Pasolini. Un simbolo di libertà.
Il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato all’unanimità la mozione per rendere accessibile e percorribile il “Sentiero Pasolini”, impegnando così la Regione a provvedere agli atti di propria competenza per rendere attuabile l’accessibilità e fruibilità del sentiero e a sollecitare le altre istituzioni che insistono su quel territorio a fare lo stesso.
Si tratta di un percorso che ho visitato più volte, solo ed insieme a coloro che lo hanno realizzato.
Parliamo di un percorso ciclopedonale diventato un vero e proprio simbolo di libertà, sussidiarietà orizzontale e riscatto popolare per la riappropriazione di un bene comune.
La mozione è una bella notizia, un passo importante. Occorre valorizzare, rilanciare ma soprattutto tutelare le bellezze del nostro territorio e in particolare questo sentiero che nasce da un impegno collettivo, spontaneo e prende il nome del più grande intellettuale del secolo scorso, Pasolini, scomparso ad Ostia. Oggi il sentiero è al primo posto nella classifica della 10° edizione dei Luoghi del Cuore FAI – Fondo Ambiente Italiano.
M5S Boccia la delibera di iniziativa popolare sul regolamento dei beni comuni
L’Assemblea Capitolina ha bocciato, alla quarta votazione, la proposta di Delibera di iniziativa popolare firmata da migliaia di cittadine e cittadini e da centinaia di associazioni sul “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la rigenerazione e la gestione in forma condivisa dei beni comuni urbani”.
I consiglieri del M5S (salvo due eccezioni) e Stefano Fassina hanno votato contro, affossando la delibera.
Siamo stati e lo saremo in futuro, al fianco delle Associazioni che da anni si mobilitano per dare alla città uno strumento importante per la gestione dei beni condivisi. Non finisce qui. Continueremo a cercare di dare risposte alle cittadine e ai cittadini che lottano per una città migliore.
Incentivare lo Sport paralimpico
Sport è svago, relax, divertimento, educazione, ma soprattutto socializzazione e inclusione. Lo Sport insegna principi e valori: primi fra tutti il rispetto per gli avversari e l’importanza del lavoro di squadra.
Ogni sport ha una funzione propria, che sia esso individuale o di squadra, ci aiuta a superare i nostri limiti e, talvolta, a aumentare la propria autostima. Lo sport paralimpico, sempre più in crescita nel nostro Paese, ha raggiunto un altro importante risultato. Grazie alla collaborazione istituzionale tra il Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato Italiano Paralimpico, Sport e Salute Spa e Inail, da ieri è attiva una piattaforma informatica per l’erogazione a titolo gratuito degli ausili sportivi a coloro che vorranno intraprendere attività paralimpiche. Al “Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano”, è stata assegnata la somma di 1.500.000€ per l’acquisto di ausili sportivi da destinare ai soggetti con disabilità interessati all’avviamento alla pratica sportiva.
Nessuno deve essere lasciato solo. Questo è solo un primo inizio. È necessario continuare a incentivare le pratiche sportive affinché sport e integrazione vadano di pari passo.