Lo sgombero di CasaPound
La battaglia continua.
Tra i primi atti che ho voluto portare all’attenzione dell’Amministrazione, Il 29 gennaio 2019, ho presentato come primo firmatario una mozione che impegnava la Sindaca a liberare lo stabile occupato da Casa Pound in via Napoleone III, all’Esquilino. Il palazzo doveva essere sgomberato prima di tutto perché luogo di odio, discrimine, fascismo.
Inoltre, la mia volontà era di restituirlo alla città attraverso un percorso partecipativo, in cui la destinazione d’uso di quegli spazi sarebbe stata decisa insieme ai cittadini.
I dirigenti nazionali di CasaPound, avevano annunciato una querela nei confronti miei e del PD, perché avevamo menzionato anche un danno erariale. Oltre agli insulti e alle minacce che ho puntualmente denunciato agli organi competenti, non ho ricevuto nulla, perché non solo non c’era nessun motivo per lasciare un manipolo di fascisti occupare un edificio di pregio al centro di Roma (che basterebbe come motivo) dove invece, potremmo ospitare tantissime iniziative e tantissimi servizi importanti per la città, ma lasciarli lì ha prodotto un danno erariale notevole certificato dalla Guardia di Finanza.
Ad oggi, non siamo riusciti ad ottenere lo sgombero e a restituire l’edificio alla città.
Come antifascista, come cittadino ed amministratore di Roma che ha fortemente voluto questa battaglia, posso essere soddisfatto per i piccoli passi in avanti, ma rimango amareggiato per non aver visto ancora liberare quell’edificio.
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