Casa Clandestina: un’esperienza da difendere, un futuro da ricostruire
Ho chiesto al Presidente del X Municipio, Mario Falconi, di incontrare le lavoratrici e i lavoratori della Casa Clandestina, una realtà preziosa del nostro territorio che da oltre un mese è costretta alla chiusura. Il sequestro preventivo che l’ha colpita – ad oggi senza una data di fine – ha lasciato circa venti persone senza lavoro e ha interrotto un’esperienza che per Ostia ha significato moltissimo.
La Casa Clandestina non è solo un locale: è un presidio sociale, culturale, umano. Uno spazio vivo, dove si studia, si lavora, si condividono idee e passioni. Un punto di riferimento per i giovani e non solo, che negli anni ha ospitato centinaia di artistə, musicistə, scrittorə, poetə. Una comunità che ha saputo creare bellezza, inclusione e opportunità.
È un’impresa coraggiosa, nata per rispondere alla domanda di socialità e aggregazione che arriva da generazioni diverse – dai bambini e le bambine agli over 90. Un’esperienza costruita con intelligenza, impegno e visione.
Credo che le istituzioni abbiano il dovere di ascoltare. E se possiamo fare qualcosa – come Roma Capitale e Municipio X – per sostenere questa causa, lo faremo. Sempre nel pieno rispetto delle decisioni della magistratura, ma anche con la responsabilità di chi riconosce il valore insostituibile di luoghi come questo.
La Casa Clandestina ha dato tanto al nostro territorio. Ora tocca a noi non lasciarla sola.
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