Mobilità Digitale: il futuro dei trasporti tra dati, diritti e innovazione
Lo scorso mercoledì, nella splendida cornice del Campidoglio, si è tenuta la presentazione del libro “Mobilità Digitale” di Fabio Pressi. Un appuntamento importante per riflettere su una delle grandi sfide del nostro tempo: come i dati e la tecnologia stanno rivoluzionando il modo in cui ci muoviamo nelle città.
Dai primi esperimenti con il car sharing ai veicoli a guida autonoma, il libro offre uno sguardo lucido e critico sul mondo della mobilità intelligente, tra promesse di sostenibilità e interrogativi profondi sul controllo dei dati e sulla tutela della privacy.
Ho voluto fortemente organizzare questo incontro perché credo che parlare di mobilità non significhi solo progettare nuove infrastrutture, ma anche capire cosa succede dietro le quinte delle app che usiamo ogni giorno, dei sensori che monitorano i nostri spostamenti, degli algoritmi che decidono tempi, percorsi e priorità.
Solo con consapevolezza possiamo costruire una mobilità giusta, accessibile e davvero al servizio delle persone.
Al dibattito hanno partecipato voci importanti del settore come Eugenio Patanè, Anna Donati, Linda Meleo e Andrea Casu, con la moderazione attenta e puntuale di Marco Gisotti, che ringrazio per aver saputo guidare la conversazione facendo emergere temi centrali e domande cruciali.
È stato un confronto vero, ricco di stimoli, visioni e anche di preoccupazioni. Perché l’innovazione, da sola, non basta. Bisogna guidarla con responsabilità, trasparenza e attenzione ai diritti.
L’incontro ha rappresentato un’occasione preziosa per accendere un faro su un tema troppo spesso trattato solo in termini tecnici o commerciali. E invece riguarda tutti noi, ogni giorno, ogni volta che scegliamo un mezzo di trasporto o clicchiamo su un’app per spostarci da un punto all’altro della città.
In un’epoca in cui la mobilità diventa sempre più digitale, interconnessa e automatizzata, è fondamentale chiedersi: chi decide per chi? E a quale prezzo?
Domande che questo libro solleva con chiarezza, invitandoci a pensare il futuro non solo come un progresso tecnologico, ma come una scelta collettiva e politica, che deve mettere al centro le persone e i loro diritti.
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