La Città sostenibile
Roma è chiamata alla sfida della sostenibilità ambientale. Cura del verde urbano, pianificazione di una politica del cibo cittadina, risparmio energetico, gestione del ciclo dei rifiuti sono i primi impegni che siamo tenuti a realizzare per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030.
La mancanza di siti specifici per lo smaltimento rifiuti, le poche isole ecologiche, l’indebolimento dei vertici dell’AMA a causa di continui cambi di management hanno come risultato una crescita della raccolta differenziata in percentuale, dal 2016, pressoché inesistente. Il costo della TARI, tra i più alti delle grandi città italiane, non è minimamente giustificato.
Anche sul fronte del cibo sostenibile le azioni sono state poche: i mercati rionali stanno morendo, serve un miglior collegamento tra l’agricoltura romana e le mense scolastiche, le terre pubbliche devono essere assegnate ai giovani agricoltori per favorire un ricambio generazionale. Serve, in poche parole, una nuova politica del cibo che avvicini la campagna alla città in quello che è il Comune agricolo più grande d’Italia
Le mie proposte per Roma Città sostenibile
- Realizzare due impianti di compostaggio
- Attuare il Piano Regionale di Gestione dei rifiuti 2019-2025
- Decentrare la responsabilità della raccolta dei rifiuti, attraverso la creazione di 15 sezioni aziendali, nelle quali 15 manager di zona che gestiscono il proprio territorio di competenza
- Creare nuove isole ecologiche (fino ad arrivare a 43, contro le 11 attuali)
- Potenziare la raccolta differenziata aumentando il personale AMA disponibile
- Combattere l’evasione della TARI, utilizzando i soldi recuperati per abbassarne gli importi e per investire nell’assunzione di personale AMA
- Selezionare il management esclusivamente sulla base delle competenze
- Creare una multiutility che comprenda AMA e ACEA
- In dialogo con la società civile, approvare un piano del cibo per Roma e istituire il Consiglio del cibo cittadino
- Potenziare i mercati rionali, facilitando l’accesso dei coltivatori diretti e dei prodotti di qualità
- Aumentare la quota di prodotti locali, stagionali e genuini nel menù delle mense scolastiche, intervenendo sugli appalti pubblici
- Rilanciare le terre pubbliche in abbandono tramite bandi per l’accesso alla terra rivolti ai giovani agricoltori
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