Stefano e il Comitato di quartiere Centro Giano
“Il nostro unico interesse è che i luoghi pubblici rimangano tali, perché più chiudiamo gli spazi, più perdiamo gli spazi”
Stefano Cisale, Presidente del Comitato di Quartiere Centro Giano, sintetizza così la sua visione del rapporto tra cittadinanza, politica e beni comuni. E mentre parla si guarda intorno, come a voler sottolineare il luogo in cui si trova, concreto esempio di quell’idea. È una struttura ampia e ruvida, che sembra rivelare un’anima industriale, affiancata, all’esterno, da uno spoglio cortile in cemento. Un luogo che per anni è stato abbandonato e di cui la cittadinanza ha deciso di riappropriarsi, animandolo con eventi e attività, dai corsi di ginnastica dolce alle presentazioni di libri, dalle conferenze alle cene condivise. “È un posto per socializzare”, racconta Stefano, “i ragazzi lo vivono, vengono a giocarci a calcio, ci si scambiano i primi baci, le prime sigarette”. Un punto di riferimento, quindi, per una zona che, come molte altre a Roma, soffre di un’atavica mancanza di spazi di aggregazione.
Eppure, Centro Giano, ad ascoltare l’opinione di chi ci vive, potrebbe davvero essere un gioiello. “Questi quartieri hanno tutte le possibilità per diventare un vero volano, però ci vuole l’intelligenza dell’ascolto e la capacità di allacciare nodi”. La realtà, invece, va in tutt’altra direzione, e anche risultati che dovrebbero essere ovvi si ottengono solo alla fine di lunghe battaglie. Come il problema degli allagamenti, di cui il quartiere ha sofferto per decenni, complice una posizione poco fortunata che lo colloca tra due fossi e sotto il livello delle aree circostanti. Una piaga che è stata arrestata solo nel 2017, quando l’impegno del Comitato è riuscito a ottenere il definitivo adeguamento dell’impianto di sollevamento di Acea ATO 2. “C’è poi il tema della discarica abusiva che si trova sempre accanto all’impianto Acea”, racconta Stefano, “e che è arrivata a essere talmente ampia da invadere la strada e da impedire il passaggio alle macchine e alle persone con disabilità”. Anche in quel caso, l’insistenza dei cittadini ha premiato: oggi i rifiuti non ci sono più e l’area è controllata da telecamere. Per non parlare, infine, del Sentiero Pasolini, un corridoio ciclopedonale che potrebbe collegare Roma e Ostia Antica. “Sarebbe la ciclabile perfetta, se venisse mantenuta bene”.
Un passo alla volta, una conquista alla volta. Ma con la sensazione di essere abbandonati e con lo sconforto di vedere fondi pubblici sprecati per iniziative che stentano a partire. Anche su questo, Stefano ha le idee chiare. “Quei soldi dovresti metterli su finanziamenti mirati, parlando con associazioni, gruppi di interesse, piccole polisportive, ma anche insegnanti, parrocchie, asili; così riesci a creare delle situazioni positive e con pochi investimenti il quartiere si autogoverna”. D’altra parte, connettere le realtà locali per dargli forza è proprio la direttrice lungo cui si muove il Comitato di Quartiere Centro Giano. “Cerchiamo di attivare ponti, che per noi è una delle cose fondamentali dell’essere umano; questo vuol dire creare legami tra le persone, farle parlare, farle incontrare, anche fisicamente, per fare cultura e generare dibattito”.
Il racconto di Stefano fa parte del progetto “Al passo con Roma – Storie di persone che fanno la città”, con cui ho deciso di dare spazio a esperienze e realtà significative. Ho conosciuto Stefano e il Comitato di Quartiere Centro Giano 5 anni fa, poco prima delle elezioni amministrative. Mi hanno colpito la competenza, le pratiche innovative, il rapporto con il territorio e la capacità di far sentire ognuno membro di una comunità viva, coesa e responsabile.
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