A Roma arrivano 175 Attraversamenti pedonali rialzati
Quello che abbiamo raggiunto è, per me, un piccolo grande traguardo. Di quelli che, in un momento pieno di dubbi, ti riportano al perché hai scelto di fare politica e di servire la città come amministratrice o amministratore pubblico.
Con una memoria di Giunta che conclude un anno di lavoro intenso, sono stati affidati al Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici i primi 175 attraversamenti pedonali rialzati, il primo frutto concreto della delibera che porta la mia prima firma e che, insieme alle colleghe e ai colleghi dell’Assemblea Capitolina, abbiamo scelto di finanziare.
È un passo decisivo: un’idea, un impegno, un atto votato diventano finalmente cantieri reali, interventi concreti, spazio pubblico più sicuro.
Non è un numero che soddisfa tutto il fabbisogno della città, ma è l’inizio di un percorso che ci porterà a realizzarli ovunque servano.
Roma non può più permettersi di scherzare con la sicurezza stradale. Non in una città in cui ancora troppe persone perdono la vita attraversando la strada; non in una Capitale che vuole crescere, essere più giusta, più accessibile, più attenta a chi, a piedi o in bici, è più esposta o esposto.
Questi 175 attraversamenti non sono “dossi”: sono infrastrutture normate, progettate per rallentare, rendere visibili le persone, restituire sicurezza ai luoghi che abitiamo ogni giorno.
Si tratta di un provvedimento che si affianca ad altre scelte fondamentali per la sicurezza stradale: la mappatura e il trattamento dei black points, i nuovi attraversamenti pedonali luminosi, gli autovelox nelle strade più critiche, gli altri interventi di traffic calming nei Municipi.
Un insieme coerente di azioni che, messe insieme, cambiano davvero il modo in cui ci si muove in città.
Ed è anche, da sempre, uno degli interventi più richiesti dai comitati, dalle associazioni e dalle realtà territoriali che quotidianamente chiedono strade più sicure per tutte e tutti.
Quando abbiamo iniziato a lavorare alla delibera, in molte e in molti ci dissero che era impossibile, che Roma non ce l’avrebbe mai fatta. E invece oggi ci siamo: risorse stanziate, progettazione avviata, criteri uniformi per tutti i Municipi.
Questo risultato è collettivo.
È delle cittadine e dei cittadini.
È di chi ha perso qualcuno o qualcuna e ha trasformato il dolore in impegno, uno degli atti di generosità più significativi che un essere umano possa donare all’altro o all’altra.
E soprattutto è della Consulta sicurezza stradale, mobilità dolce e sostenibilità Roma Capitale, che voglio ringraziare davvero: donne e uomini che hanno lavorato con determinazione, ascolto e una visione condivisa. Confronti, sopralluoghi, critiche costruttive: è questo lavoro, fatto fianco a fianco, che ci ha permesso di arrivare fin qui.
E sì, è doveroso dire che questo traguardo porta anche e soprattutto la loro firma.
La sicurezza stradale non è un tema tecnico: è una scelta politica.
Una priorità inderogabile per una Capitale che vuole rispettare e proteggere ogni vita.
Oggi Roma fa un passo avanti.
E non è solo un passo individuale: è un passo di tutte e tutti noi.
Ecco la lista completa dei 175 A.P.R.
MUNICIPIO I
1. Via Marsilio Ficino angolo via San Tommaso d’Aquino
2. Via Del Teatro Di Marcello – Via Montanara (Incidente Mortale)
3. Piazza Gian Lorenzo Bernini, 26 – Scuola Franchetti
4. Viale Giotto 15
5. Via Galvani 6 (Scuola Cattaneo)
6. Via Tommaso Campanella angolo Via Trionfale
7. Via Giovanni Branca
8. Piazza Vittorio – Incrocio Metro Vittorio Emanuele
9. VIA Monte Oppio 34
MUNICIPIO II
10. Via Pisa angolo Via Livorno
11. Viale de Cubertin altezza fronte Auditorium
12. Lungotevere Flaminio prossimità ponte della musica
13. Viale Maresciallo Pilsudski fronte ingresso Villa Glori
14. Via Lanciani 29
15. Via Stamira (IC Fratelli Bandiera)
MUNICIPIO III
16. via Comano (scuola dell’infanzia comunale)
17. Via Seggiano 35 (Scuola Elementare J . Piaget)
18. Viale Adriatico 140 (IC Montessori)
19. Piazza P.C. Talenti, corsia da viale Jonio direzione via E. Romagnoli
20. Via Pian di Sco civico 4
21. Via Pian di Sco civico 28
22. Via Montegallo civico 19
23. Via Dello Scalo di Settebagni 45 (Scuola dell’lnfanzia Giovanni Paolo I)
24. Via Rina De Liguoro 51 (IC Bruno Munari)
25. Via Vaglia 25 (ISS Archimede-Pacinotti)
26. Via Val di Lanzo 108 Piazza Capri
27. Via di Montegallo civico 102 e 112
28. Via Conca d’Oro 206 (intersezione Via Valle Vermiglio, ingresso Parco delle Valli)
29. Via Castel Giubileo (I.C. Carlo Levi)
MUNICIPIO IV
30. Viale Marx/Piazzale Hegel altezza scuola Giovanni Falcone
31. Via Casal Bianco in corrispondenza incrocio via Colleverde – fermata autobus ID 78297
32. via Guglielmo Lozzia 72 – Nido Comunale “il Giardino degli Aranci”
33. Via Corropoli 133 – Scuola dell’infanzia “Case rosse”
34. via Valle Castellana 27/29 – Scuola primaria Nino Manfredi
35. via Fausto Gullo incrocio via Spataro
36. Via Castel Boverano altezza civico 51
37. Via Gasai Bianco 90
38. Piazza Paolo Rossi Nia P.Tuozzi (ingresso scuole)
39. Via Donato Menichella (tra garage civico 30 e Hotel Imperatori)
40. Via Donato Menichella tra edicola e ingresso supermercato
41. Via Fabriano e Via Corinaldo davanti scuola Gandhi
MUNICIPIO V
42. Via Alberto da Giussano
43. Via dei Castani altezza via dei Glicini
44. Via dei Castani altezza piazza dei Mirti
45. Via Delia altezza civico 46
46. Via De Magistris incrocio Via De Agostini
47. Via Alessandrino civico 585 o 596
48. Via Alessandrino civico 7 46
49. piazza San felice da Cantalice 8A angolo con via dei Castani
MUNICIPIO VI
50. Via Fosso dell’osa n.560
51. Via dei Giardinetti 85 – IC Martin Luther King
52. Via S. Biagio Platani, 3 -Plesso scolastico
53. Via Prataporci n.52
54. Via della Lite n. 94 (Torre Jacova)
55. Via Casale del Finocchio n. 54 (Finocchio) – I.C. Elisa Scala
56. Via P. Belon 143 (fronte scuola)
57. Via fontanile di carcaricola 17 (zona università)
58. Via della riserva nuova 261 (vicino parco)
59. Via di Tor Vergata (davanti al Carrefour)
60. via Tor Vergata 67 (davanti farmacia Ponzi e studi medici)
61. Via Ortona dei Marsi 17
62. via dell’Archeologia 139 – Istituto comprensivo Melissa Bassi
63. Largo Mengaroni civico 10 prima dei cassonetti oppure sempre largo Mengaroni dopo la curva dietro l’associazione Cubo Libro
64. Via Don Primo Mazzolari n. 183
65. Via Don Primo Mazzolari n. 89 fronte nido comunale
66. Via Modolo alt. Civico 80 (doppia carreggiata)
67. Via Capestrano alt. Civico 2
68. Via Degas 98
69. Via Degas 38
MUNICIPIO VII
70. Via Raimondo Scintu (quartiere Piscine di Torre spaccata)
71. Via Acireale 2 (scuola primaria Diaz)
72. Via Etruria (incrocio con nuova strada scolastica Via Mondovì)
73. Via Filippo Serafini (Asilo nido comunale)
74. Via Stefano Oberto (mercato Cinecittà Est)
75. Via Del Muro Linari (scuola elementare Ponte Linari)
76. Via della Stazione di ciampino ingresso ASL-CSAP
77. Via Selinunte-Via del Quadraro presso Scuola Salvo D’acquisto
78. Via Antonio Ciamarra (in particolare all’altezza civico 38 dove c’è la fermata del bus e il giornalaio)
79. Via Marco Fulvio Nobiliare – Via Tarquinio Collatino (scuola Piaget Diaz)
80. Via Alessandro della seta, 40 (chiesa)
81. Via Campo Farnia, 11 O
82. Via Circonvallazione Appia 126
83. Viale Antonio Ciamarra, 129
84. Via Biagio Petrocelli, 156
85. Viale Antonio Ciamarra altezza 43 (dopo pizza fantasy)
86. via Giuseppe Salvioli 20 – scuola secondaria di primo grado Italo Svevo
87. Via Massimo Severo Giannini
88. Largo Riccardo Monaco/Largo Andrea Berardi
89. Via di Torre Spaccata altezza Largo dei Caduti di El Alamein
90. Via del Quadraro civico 32
91. Via Di Capannelle 102
92. Via Settemetri incrocio Torre di Morena
93. via Petrocelli incrocio via Capograssi
94. via Schiavonetti fronte parrocchia S. Mario
MUNICIPIO VIII
95. Via Ferruzzi incrocio via di Fonte Meravigliosa (chiesa)
96. via Pellegrino Matteucci (fronte parco)
97. via del Serafico incrocio via padre lais (scuola)
98. Via Pincherle fronte scuola Livio Tempesta
99. via dell’Arcadia incrocio via delle Accademie, via dell’Accademia Peloritana presso i campi sportivi
100. Via Giuseppe Berto 160-178, ingresso scuola primaria (elementare) e ingresso scuola secondaria di primo grado (media)
101. Via Antonino Pio 84 ingresso scuola primaria (elementare) Malaspina
102. Scuola primaria Biagi -D’ Antona, I.C. “Dalla Chiesa, ingresso scuola via di Grotta Perfetta 615
103. Piazza Damiano Sauli 1, ingresso scuola primaria Cesare Battisti
104. Via Alessandra Macinghi Strozzi, altezza Largo delle Sette Chiese, scuola secondaria di primo grado
105. Via Erminio Spalla (di fronte all’edicola) – ambo i lati
106. Via Lilia (davanti “Stile Osteria”, dove arriva la scalinata della metropolitana) – ambo i lati
107. Via del Porto Fluviale all’altezza dell’intersezione con Riva Ostiense
108. Via di Vigna Murata all’altezza di via Grotte D’Arcaccia (accesso a complesso scolastico)
109. Via Antonio Pio
110. Via Baldovinetti 65
111. Via Andrea di Buonaiuto 16 (fronte scuola Montezzemolo)
112. Via Duccio di Buoninsegna 50
MUNICIPIO IX
113. Via Moravia 280
114. Via Pio Emanuelli fra i civici 33 e 45
115. Via Alfredo Capelli SNC (nei pressi della nuova struttura)
116. Via Kobler incrocio via Mead
117. Viale dei caduti nella guerra di liberazione incrocio via Renzini (via Renzini è sede di quattro scuole)
118. Viale Ignazio SiIone 100 (sede ASL Consultorio • sede municipio)
119. Viale Camilla Sabatini • IC RICCI • centro anziani • parco
120. Via Frignani 97
121. via Fiume Giallo 390 (Torrino sud) davanti all’asilo nido Papero Giallo
122. Via Millevoi 800, Scuola dell’infanzia e primaria
123. Via Cesare Pavese altezza Largo Dino Buzzati (dove ci sono tre plessi scolastici e sul lato opposto la parrocchia dello Spirito Santo alla Ferratella) ambo i lati.
124. Via Govoni tratto tra Campanile e Cesare Pavese
MUNICIPIO X
125. Via Giuseppe Micali, 193
126. Via Passeroni (entrata osp. GB Grassi)
127. Via Domenico Baffigo (incrocio Via del Sommergibile)
128. Viale di Castel Porziano (incrocio Via F. Cilea-Via Torcegno)
129. Via di Acilia (incrocio Via G. Usellini)
130. Via dei Promontori (pressi Chieda S.M. Stella Maris)
131. Via delle Saline
132. Via dei Romagnoli altezza piazza Gregoriopoli
133. Via Isole Salomone incrocio via delle Molucche che diventa via delle Caroline
134. via delle Molucche, incrocio via Caroline/via Salomone
135. Via Macchia di Saponara incrocio via Archilao da Mileto/ incrocio via Aristonico di Alessandria (Casal Palocco • incidente mortale)
136. Via Luigi Pernier (altezza Totti Soccer School)
137. Via Giovanni Battista Bettero altezza Istituto Comprensivo IC Mar Dei Caraibi
138. Via di Prato Cornelio tra via Ugo Bernasconi e via Francesco Sartorelli
139. Via di Saponara altezza via Francesco Saverio Altamura
MUNICIPIO XI
140. Via Mazzacurati fronte Parrocchia S.Paolo della Croce
141. Via Monte Cucco 131
142. Via Generale Gaetano Arturo Crocco 55
143. Via Greve (IC Onofri e scuola materna)
144. Via Benucci 39 (asilo nido)
MUNICIPIO XII
145. Via di Monteverde angolo Rosa Govona
146. Viale dei Quattro Venti 267
147. Via di san Pancrazio (ingresso villa Pamphili) angolo via piazza San Pancrazio
148. Via Aurelia Antica 183
149. Via Vitellia (angolo Donna Olimpia-accesso Villa)
150. Via del Casaletto 8 (altezza nido pubblico “Cocco e Drilli”, subito dopo incrocio con via Affogalasino)
151. Via Portuense altezza civico 45
152. Via Portuense altezza civico 82
153. IC Piazza Forlanini via di Valtellina 50
154. Via dei Brusati altezza civico 66
155. Viale di villa Pamphili 2 – scuola Divino Amore
MUNICIPIO XIII
156. Via Gaetano Mazzoni 85 (Centro Polifunzionale- Ex Fabbrica Campari)
157. Via Gregorio Xl int. Via Giorgio del Vecchio (scuola)
158. Via Santa Seconda civico 21 (asilo nido)
159. Via Suor Maria Agostina – Via Serravalle Scriva
160. Vicolo di Casalotti 3
161. Via Pietro Ubaldo Angeletti
MUNICIPIO XIV
162. Via del Podere Fiume -Via Valle dei Fontanili
163. Via dell’Acquedotto del Peschiera
164. Via Prisciano 1
165. Via Proba Petronia 13 (attraversamento ciclopedonale)
MUNICIPIO XV
166. Via di Grottarossa (altezza ufficio postale)
167. Via della Giustiniana 79 (percorso di accesso I.C. Karol Wojityla)
168. Viale Galvano della Volpi (intersezione Piano di zona)
169. Via Gemona del Friuli (altezza scuola IC Fontana)
170. Via della Stazione di Cesano 532 (altezza fermata TPL 76093 – Stazione Cesano-Ponte Trave – percorso per IC Enzo Biagi)
171. Via Flaminia altezza civico 627
172. via Anguillarese 250 Entrata scuola Osteria Nuova
173. Via di Baccanello 333 intersezione via Orrea
174. Via della Giustiniana 79 (percorso di accesso I.C. Karol Wojityla)
175. Via della Farnesina (intersezione via Ettore Mambretti, ingresso nido comunale Farnesina)
Una costa da tutelare, non da cedere. No al porto crocieristico di Fiumicino.
Sono nato a Ostia e oggi la mia famiglia vive a Isola Sacra. Questo territorio non lo conosco per sentito dire, lo vivo da sempre. Ed è per questo che faccio fatica a condividere l’entusiasmo di chi vede nell’approvazione della VIA per il porto crocieristico una pagina di progresso. Qui sul litorale l’atmosfera è un’altra. Chi il mare lo attraversa ogni giorno sa perfettamente che questo progetto non nasce per la comunità, ma per logiche che con la vita quotidiana del territorio hanno poco o nulla a che vedere.
Da vent’anni sentiamo sempre lo stesso racconto: crescita, investimenti, lavoro. Un racconto che conosciamo bene, perché ci è già stato venduto — anche qui a Ostia — quando qualcuno parlava addirittura di raddoppiare il porto turistico promettendo miracoli. È bastato poco per capire che quelle promesse non avevano radici nella realtà: l’unico risultato è stato un territorio ferito, sfibrato, costretto a convivere con le conseguenze di scelte calate dall’alto. La storia, almeno, ci insegna una lezione: diffidare delle scorciatoie narrative.
E basta davvero poco per riconoscere lo schema che torna. Un’infrastruttura totalmente privata, consegnata per decenni a un soggetto internazionale, sottratta di fatto al controllo pubblico. Una promessa occupazionale che alla fine si traduce in stagionalità e precarietà. Un impatto evidente su viabilità, qualità dell’aria e fruibilità del mare. Un altro pezzo di costa che rischia di diventare spazio chiuso, regolato da logiche che nulla hanno a che vedere con le esigenze di chi qui ci vive.
Tutto questo avviene proprio mentre avremmo bisogno dell’esatto contrario: investimenti pubblici, tutela ambientale, opere leggere, infrastrutture utili alla comunità e non a chi vuole solo sfruttarla. È qui che il progetto del porto mostra tutta la sua debolezza. Non è solo una scelta sbagliata: è una scelta sbagliata nel momento sbagliato, incastrata dentro un modello che guarda altrove e ignora ciò che invece dovrebbe essere al centro: la qualità della vita delle persone.
Le piazze delle ultime settimane lo dimostrano. Non c’è ideologia nello stare dalla parte del mare: c’è esperienza, memoria, consapevolezza. La consapevolezza di quanto sia fragile questa costa e di quanto poco margine abbiamo per sbagliare ancora. Difenderla non è un gesto di opposizione, è un gesto di responsabilità. Verso chi ci vive oggi e verso chi verrà domani.
Per questo continuerò a dirlo con chiarezza: il futuro del litorale non può essere affidato a una concessione privata deregolamentata e senza regia pubblica. Deve essere costruito dentro una visione pubblica, trasparente, capace di tenere insieme sviluppo, lavoro, tutela e identità dei luoghi. Il mare non può diventare il prezzo da pagare per scelte che non ci rappresentano. Il mare è il punto da cui ripartire, non quello da sacrificare.
E questa non è una battaglia di principio. È una battaglia di buon senso. E continuerò a combatterla.
La forza della fragilità: è iniziato il Fragile Festival 2025
Al Borghetto di Ostia Antica, ha preso ufficialmente il via il Fragile Festival 2025 con una giornata che è stata molto più di un’inaugurazione. Il Fragile Kids Fragile Party ha animato uno degli spazi più suggestivi del territorio con laboratori creativi, letture in Braille, concerti, visite guidate, un grande pic nic condiviso, spettacoli teatrali e la mostra fotografico-mitologica “Ex Archès”, ideata e realizzata da Adriano Venditti.
Un debutto che racchiude perfettamente il senso profondo di questo festival: celebrare ciò che spesso la società chiede di nascondere, riconoscendo il valore della fragilità.
Il programma andrà avanti fino al 26 novembre, con un ricco calendario di spettacoli, laboratori, incontri, mostre e concerti. Un percorso culturale che attraversa Roma e Ostia per mettere al centro le persone, le loro storie e quella parte di loro che, troppo spesso, rimane ai margini del racconto pubblico.
Perché essere fragili significa essere umani. È proprio dalla fragilità che possono nascere arte, bellezza, comunità.
Riconoscere i propri limiti non è un segno di debolezza, ma un gesto di forza: significa accettarsi, aprirsi agli altri, trasformare la vulnerabilità in energia condivisa.
Il Fragile Festival ci invita a farlo attraverso il linguaggio del teatro e della cultura. Ci chiede di ascoltare senza filtri, di guardarci senza etichette, di incontrarci nella nostra autenticità.
Un viaggio che parla a tutte e tutti, e che ci ricorda che non c’è nulla di più potente della capacità di trasformare ciò che ci rende fragili in un ponte verso l’altro.
Riequilibrare la mobilità: Roma vuole essere veloce, sostenibile e inclusiva
La manifestazione per una mobilità nuova, equa e rispettosa ha lasciato dietro di sé un messaggio potente e inequivocabile: Roma deve cambiare passo.
Da Parco Schuster al Ponte della Musica, una lunga pedalata ha raccontato un’idea diversa di città, più libera, più sicura, più umana.
La mobilità sostenibile non è solo una scelta ambientale, ma una questione di sicurezza, salute pubblica ed equità sociale.
I numeri degli incidenti stradali a Roma parlano da soli: servono investimenti decisi e continui per proteggere le persone e rendere la città più vivibile.
Limitare l’uso dell’auto privata non è un’eresia, ma un atto di responsabilità verso Roma e verso chi la abita ogni giorno.
Non si tratta di togliere libertà, ma di restituirla:
a chi resta bloccato nel traffico,
a chi non possiede un’auto,
a chi cammina o pedala su strade che troppo spesso non sono pensate per le persone.
Le strade di Roma sono ancora dominate dalle automobili, e questo è sotto gli occhi di tutti.
Per questo, come amministrazione, ci stiamo assumendo la responsabilità di cambiare davvero, investendo in infrastrutture che riducono traffico e inquinamento e offrendo modalità di spostamento moderne, sicure e accessibili.
Piste ciclabili, percorsi pedonali, tram, autobus, sistemi di sharing integrati: strumenti diversi, ma parte della stessa visione.
Una mobilità che funzioni per tutte e per tutti, che ridia equilibrio allo spazio pubblico e metta le persone al centro.
Non è una battaglia contro le auto.
È un impegno per una città che respiri, che si muova meglio, che sia più giusta e più moderna.
Un cambiamento che, però, deve andare di pari passo con un trasporto pubblico più efficiente e competitivo, capace di offrire a tutti un’alternativa reale.
Le scelte devono essere condivise, costruite insieme ai cittadini e ai territori, ma la direzione è tracciata e non possiamo continuare a rimandare per paura delle resistenze del momento.
Il futuro di Roma passa anche da qui:
da una mobilità che non divida, ma unisca.
Non è disagio abitativo, è fascismo!
Sabato 4 ottobre, nel quartiere Esquilino, Roma ha rivissuto una delle sue pagine peggiori.
Un gruppo di circa trenta persone, armate di caschi, bastoni e spranghe, ha fatto irruzione nel Bar allo Statuto, aggredendo alcuni manifestanti pro-Palestina di ritorno dal corteo. Cori fascisti, violenza, panico tra famiglie e passanti. Tutto questo a due passi dal palazzo occupato da CasaPound.
Un episodio grave, ma purtroppo non isolato. È il frutto di anni in cui un movimento neofascista come CasaPound ha potuto agire indisturbato, alimentando odio e violenza nel cuore della Capitale. Quel palazzo di via Napoleone III non è, come qualcuno prova ancora a raccontare, un simbolo di disagio abitativo.
È una sede illegale di un gruppo che si richiama apertamente al fascismo, che diffonde odio e che sabato sera ha mostrato, ancora una volta, la sua vera natura.
E mentre Roma assiste all’ennesima aggressione, il governo resta a guardare.
Un governo che definire “amico” di certi ambienti non è un’esagerazione, ma una constatazione: da anni promette lo sgombero di CasaPound, ma continua a rinviare, temporeggiare, trovare scuse. Il ministro Piantedosi ha dichiarato che “il momento dello sgombero si sta avvicinando”. Lo aveva detto anche mesi fa. Intanto, il palazzo resta occupato, e i suoi occupanti continuano a fare propaganda e violenza impunemente.
Io questa vicenda la conosco bene.
La richiesta di sgomberare CasaPound fu il mio primo atto da consigliere capitolino, nel 2019: una mozione a mia prima firma, approvata in Aula, che all’epoca mi costò insulti, minacce e diffamazioni, ma che rivendico con orgoglio.
Perché l’antifascismo non è un ricordo del passato: è un valore fondante della nostra città, scritto nella sua storia e nella sua Costituzione.
Oggi, di fronte a episodi come quello dell’Esquilino, la destra prova a coprire le proprie responsabilità con il solito copione del vittimismo. Si presenta come bersaglio, mentre da anni alimenta rancore, divisione e paura.
Ma i fatti parlano chiaro: CasaPound non è folklore, non è una “voce di protesta”, non è un problema sociale da normalizzare. È un pericolo reale.
Servono più coraggio e responsabilità.
Perché combattere il fascismo non è un’opzione: è un dovere politico, civile e morale.
E su questo non ci possono essere deroghe.
La forza della solidarietà: Roma scende in piazza per la Palestina
Domenica mattina, a Ostia, sfidando le previsioni meteo, siamo tornati in piazza per la Palestina.
Un corteo vivo, partecipato, pieno di volti e storie. Tra loro, molte compagne e compagni di sempre — persone con cui, fin dai tempi del liceo, ho imparato una lezione che non smette mai di essere attuale: l’indifferenza è il terreno fertile in cui prospera l’ingiustizia.
Ritrovarli ancora una volta accanto alla sofferenza del popolo palestinese è stato un momento di profonda condivisione e di memoria collettiva.
La mobilitazione di Ostia si inserisce in un’onda lunga che in questi giorni ha attraversato Roma e tante altre città italiane. Non è stata una protesta rituale, ma una manifestazione autentica, nata dal basso e animata da migliaia di persone che non accettano che il massacro di innocenti prosegua nel silenzio complice dei governi e sotto il peso di interessi economici che lo alimentano.
Questa partecipazione è insieme rabbia e speranza. È la voce di chi, da terra, si unisce alla forza della Global Sumud Flotilla, che arresti e sequestri illegittimi non riescono a fermare.
È la voce di chi crede nella solidarietà tra i popoli, e che, mentre si moltiplicano analisi e letture delle piazze, mantiene lo sguardo fisso su Gaza, dove ogni giorno continuano a consumarsi atrocità che non possiamo accettare come normalità.
In mezzo a questa marea umana ho sentito, più forte che mai, il legame tra l’impegno politico di oggi e quello che ho vissuto nel 2005, nel campo di lavoro in Palestina durante lo sgombero della Striscia di Gaza.
La preoccupazione per i bambini, gli attivisti, i volontari e le famiglie conosciute allora è ancora viva. Ed è proprio quella memoria che mi ha spinto, senza esitazione, a unirmi alle migliaia di persone che in questi giorni chiedono al governo il cessate il fuoco immediato, la fine dell’assedio e una soluzione di pace definitiva fondata sul riconoscimento di due Stati.
Perché quello che queste mobilitazioni stanno dimostrando è chiaro:
schierarsi contro l’ingiustizia è un dovere collettivo.
E la politica, quella vera, resta l’unico strumento concreto che abbiamo per cambiare davvero le cose.
Tangenziale Est, dal 6 ottobre al 7 dicembre stop ai tram per i lavori Anas
È stato presentato in Campidoglio, insieme all’Assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, all’Assessora ai Lavori Pubblici Ornella Segnalini e al Direttore Generale di Atac Paolo Aielli, il piano legato ai lavori Anas sulla Tangenziale Est e alla conseguente sospensione temporanea del servizio tranviario.
Il cantiere, dal valore di 600 mila euro, rientra in un più ampio intervento giubilare da 14 milioni di euro e riguarda il tratto compreso tra via Prenestina e viale dello Scalo San Lorenzo.
I lavori prevedono il ripristino delle parti in calcestruzzo, la sostituzione dei pluviali e verniciature protettive su travi e pilastri.
Si tratta di opere complesse, in parte anche notturne, che interferiscono con la rete elettrica dei tram, rendendo impossibile il normale esercizio del servizio.
Per questo, dal 6 ottobre al 7 dicembre, tutte le sei linee tranviarie di Roma saranno temporaneamente sospese.
Ma le alternative non mancheranno:
- saranno attivi bus sostitutivi gratuiti sulle linee 2, 3, 5, 8, 14 e 19, con corse potenziate (+80% sulla linea 3, +155% sulla linea 8, +32% sulla linea 2);
- lo stop dei tram sarà anche l’occasione per anticipare lavori di ammodernamento — come il rinnovo dei binari e degli scambi — in più punti della città, così da ridurre future interruzioni e consegnare infrastrutture più moderne, sicure ed efficienti.
La gratuità dei bus sostitutivi non rappresenta solo un modo per compensare i disagi, ma anche un incentivo concreto all’uso del trasporto pubblico, dimostrando come possa essere un’alternativa rapida e competitiva rispetto all’auto privata.
Un ringraziamento speciale va alle lavoratrici e ai lavoratori di Atac, che con professionalità e impegno garantiranno un servizio straordinario all’altezza della sfida.
Roma ha bisogno di cure straordinarie per diventare una città più efficiente, sostenibile e moderna.
I disagi temporanei sono parte di un percorso di trasformazione necessario, che porterà in cambio infrastrutture più sicure, servizi più affidabili e una qualità della vita migliore per tutte e tutti.
Black point di via Nomentana: più sicurezza e più vivibilità
L’incrocio tra via Nomentana e via Casale di San Basilio è da anni uno dei punti più critici per la viabilità del quadrante nord-est di Roma. Un tratto di strada dove, troppo spesso, si sono verificati incidenti anche gravi.
Per questo, in questi giorni, abbiamo definito alcune modifiche al progetto di riqualificazione della zona, con l’obiettivo di migliorare sicurezza e vivibilità, tenendo insieme le esigenze di chi vive e attraversa quotidianamente il quartiere.
L’intervento nasce da un confronto continuo con cittadine, cittadini e comitati locali: più volte sono tornato sul posto per ascoltare osservazioni e proposte, e dal dialogo è emersa chiaramente la necessità di rendere il progetto più equilibrato e meno impattante sul territorio.
Grazie al lavoro congiunto dell’Assessorato alla Mobilità, degli uffici tecnici, della Polizia Locale e dei Municipi, siamo riusciti a trovare un punto di equilibrio tra la messa in sicurezza degli incroci più pericolosi e una circolazione più fluida, evitando di scaricare il traffico sulle strade interne dei quartieri.
Le modifiche previste, tra cui la revisione della segnaletica e dei semafori e l’inserimento di cordoli fisici su via Nomentana, renderanno l’area più sicura e contribuiranno concretamente a ridurre il rischio di incidentalità.
È un intervento che potrà salvare vite e migliorare la qualità della vita di chi abita e lavora in questa zona.
Un passo avanti importante, frutto del dialogo e della collaborazione tra istituzioni e comunità locali.
Perché la sicurezza stradale non è solo una priorità: è un impegno condiviso, che cresce quando viene costruito insieme alle persone.
Il piano Trump per Gaza: una farsa che umilia i diritti dei palestinesi
Il cosiddetto “comitato post-bellico” proposto da Trump non ha nulla a che vedere con la pace. È un progetto coloniale: esclude le autorità palestinesi, ignora la Cisgiordania, legittima la potenza occupante e affida a Tony Blair un ruolo di garante. Blair, che insieme a Bush ha devastato il Medio Oriente, viene oggi riproposto come architetto di stabilità. Un paradosso che svela la natura reale di questo piano.
Si parla di “pace” ma al tavolo siede Netanyahu, che nega apertamente la possibilità di uno Stato palestinese. Si definiscono ostaggi solo gli israeliani, mentre migliaia di palestinesi, compresi minori detenuti senza processo, vengono liquidati come “prigionieri”. È un linguaggio che distorce la realtà e calpesta la dignità di un popolo sotto occupazione e genocidio.
Eppure la pace nasce solo dal dialogo e dal coraggio politico. Una volta c’erano Arafat e Rabin: leader che rappresentavano l’idea che due popoli potessero riconoscersi e vivere fianco a fianco. Oggi invece assistiamo a un processo che cancella il dialogo, sostituendolo con un comitato di potenze esterne che nega la voce dei palestinesi e rafforza l’occupazione.
Grave anche la posizione del nostro governo, che riduce tutto a “Hamas ha iniziato la guerra il 7 ottobre”, cancellando decenni di occupazione illegale, apartheid e violazioni dei diritti umani. Un racconto parziale che non solo ignora la verità storica, ma legittima l’ingiustizia in corso.
Questo piano non costruisce pace: è l’ennesimo tentativo di imporre dall’esterno un assetto che priva i palestinesi del diritto all’autodeterminazione. È la negazione dei principi di libertà e giustizia che l’Occidente proclama, ma tradisce ogni giorno.
Il popolo palestinese non ha bisogno di bulli né di tutori stranieri: ha diritto alla libertà, alla fine immediata dell’occupazione e alla costruzione di uno Stato sovrano.
Roma ciclabile: non un sogno, ma una necessità
Leggendo l’articolo di Massimiliano Tonelli su Roma Today (“Chi osteggia le ciclabili nel 2025 è paragonabile a un no vax nel 2020”) mi sono tornati in mente i dati sugli incidenti causati dalle auto nella nostra città. Sono drammatici. Le piste ciclabili non sono un vezzo: rappresentano sicurezza, salute e libertà di scelta per chi ogni giorno si sposta in città.
L’auto come mito e le sue conseguenze
Roma continua a scontare il peso di un modello culturale che ha visto l’automobile come unico mezzo di trasporto possibile. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: traffico congestionato, inquinamento e pericolosità sulle strade.
Eppure, i dati del Rapporto Annuale sulla Mobilità mostrano chiaramente che quando aumentano le alternative all’uso dell’auto privata – bici, metropolitana, autobus, sharing – la città respira meglio e funziona meglio.
Investire sulla ciclabilità significa investire sulla salute
Strumenti come il BiciPlan, il GRAB (il Grande Raccordo Anulare delle Bici) e le infrastrutture ciclabili ben collegate non sono “comodità”, ma investimenti in salute e giustizia sociale. Rendere sicuro e accessibile l’uso della bici significa garantire democrazia urbana: chi non può o non vuole usare l’auto deve avere le stesse opportunità di muoversi in modo sicuro e dignitoso.
Una città che si cura da sola
Una Roma ciclabile e intermodale non è un progetto elitario, al contrario: è una risposta concreta ai problemi quotidiani. Significa ridurre lo smog nelle giornate critiche, alleviare la congestione del traffico, rendere più sicuri gli spazi davanti alle scuole e restituire vivibilità ai quartieri periferici.
Le ciclabili, in altre parole, salvano vite.
Non più un’alternativa, ma la soluzione
Roma ciclabile sarà una vittoria collettiva. Non c’è “fare la spesa” o “accompagnare i bambini a scuola” che possa essere contrapposto a questo obiettivo: la mobilità sostenibile è parte della soluzione, non del problema.
Una città che investe sulla bici investe sul proprio futuro.